Monart è uno smartlab predisposto con l’obiettivo di monitorare i cambiamenti microclimatici e supportare le azioni di conservazione e tutela del patrimonio culturale materiale. 

Per chi è pensato il servizio

Il gruppo di ricerca e le aziende coinvolte hanno lavorato per restituire al territorio una rilevazione e una metodologia per studiare quanto influisca l’ambiente esterno nella conservazione degli ambienti interni di musei, chiese, cripte e vari altri esempi di patrimonio storico artistico o naturale. L’indagine microclimatica si è strutturata attraverso sensori che hanno permesso l’analisi delle misure microclimatiche, la qualità dell’aria e contaminanti sulle opere, utilizzando sistemi di telecomunicazioni, sistemi software per l’analisi e la fruizione dati. Monart apre dunque interessanti frontiere da testare e sperimentare nella gestione degli ambienti espositivi con l’obiettivo di rendere il patrimonio culturale più sicuro, supportando le organizzazioni che gestiscono i siti culturali, in particolare gli enti pubblici.

L’analisi, intesa come supporto per l’attività gestionale, può valutare l’apporto dei visitatori e dei fattori di condizionamento rispetto alla qualità climatica degli ambienti.

Il gruppo di lavoro

Coordinato da Fabrizio Gizzi del CNR ISPC, lo smart lab è stato oggetto anche della tesi di dottorato: “Digital Twin ed extended reality per il patrimonio culturale” in ambito “Cities and Landscapes: architecture, archeology, cultural heritage, history and resource”, della dottoranda Silvia Liaci, presentata al 14th International Conference on non-destructive investigations and microanalysis for the diagnostics and conservation of cultural and environmental heritage, a Brescia nel Novembre 2023. L’azienda coinvolta nello smartlab è Digimat, gruppo materano che lavora per rendere accessibile a un’ampia platea il know-how digitale e tecnologico. Hanno collaborato i ricercatori CNR – ISPC, ENEA (Centro di Ricerche Trisaia e Brindisi), UNIBAS.

 

I luoghi dello smartlab Monart in Basilicata

A Matera, Santa Lucia alle malve, Museo Lanfranchi, Museo Ridola 

A Melfi, la chiesa rupestre Santa Margherita 

A Potenza, la Pinacoteca.

 

Note sulle tecnologie utilizzate

Il lavoro di ricerca e rilevazione ha permesso anche la realizzazione di un modello 3D, per il cantiere a Melfi, consentendo un’applicazione del prototipo di monitoraggio ambientale sui beni culturali, con un miglioramento del sistema informativo integrato su BHSL (SII-BHSL) e di validazione delle misure che ha utilizzato Copernicus, piattaforma europea per la condivisione di dati utili al monitoraggio ambientale e alle variazioni climatiche su larga scala.